Pesce sicuro sulle nostre tavole
Solitamente il tempo per cucinare il pesce è difficile da trovare, eppure il pesce fa parte del menù delle feste e senza dubbio è un piacere gustarlo a tavola: allora come fare per riscoprire questa prelibatezza, facendo i conti con l’orologio e -soprattutto- scegliendo la qualità?
Mentre il nostro mare è sempre più povero e inquinato, il consumatore consapevole sa che i nostri allevamenti ittici sono garanzia di sicurezza alimentare, date le normative di controllo sanitario in vigore e i regolamenti sempre più aggiornati. Inoltre, i produttori locali ci permettono di attingere alla nostra tradizione e di presentare nel piatto dei prodotti già preparati, come la trota affumicata, la sarda in saor e il baccalà delicato.
«L’allestimento di un allevamento ittico comporta senz’altro un impatto ambientale –spiega Walter Brisinello-, ma se comparato alle storture attuate nella gestione delle risorse idriche naturali e al conseguente impoverimento dei mari, risulta essere una soluzione con più pro che contro. C’è da dire anche che il pesce d’acqua dolce di San Daniele viene allevato seguendo le indicazioni dell’organizzazione non governativa Friends of the Sea, che si propone come obiettivo la tutela e la conservazione dell’habitat marino, e che attualmente è uno schema di certificazione internazionale per prodotti provenienti sia dalla pesca che dall’acquacoltura. Inoltre, accanto alla regolamentazione attuale sul pesce biologico, a dicembre 2014 è entrata in vigore la nuova normativa sulle etichette, che dovranno contenere una comunicazione completa verso il consumatore: un’ulteriore garanzia di salute e benessere».