Autunno dorato con i frutti dell’alveare
Mentre noi ci godevamo l’estate al mare o in montagna, nei prati, in giardino, sui balconi delle case, le api volavano di fiore in fiore instancabili e indaffarate a raccogliere il polline.
Il frutto di quel daffare è il nuovo raccolto di miele, propoli, pappa reale, polline, cera. I colori di queste sostanze ricordano la luce dall’estate e conservano l’energia del calore estivo; ecco perché, appena le temperature si abbassano, tutti i prodotti dell’alveare sono apprezzati e ci sostengono nel cambio stagionale.
Per apprezzare al meglio quello che troviamo già confezionato nei negozi è bello scoprire il mondo di queste instancabili operaie: comparse sulla terra milioni d’anni prima dell’uomo, all’epoca dei dinosauri, le api popolano ogni regione fino all’estremità dei poli.
Sono in stretta relazione con il mondo vegetale, traendone sostentamento e assicurando con l’impollinazione il futuro di varietà botaniche.
Sono le garanti della biodiversità: in loro assenza, l’umanità vivrebbe solo 4 anni ( lo ha affermato Einstein).
Per l’uomo, l’alveare è una risorsa generosa che i nomadi primitivi individuarono presto, imitando le predazioni dell’orso. Ma già in epoca egizia l’apicoltura era una pratica consolidata, come testimoniano alcuni bassorilievi. Il miele simile all’oro era l’unico dolcificante, la cera veniva usata per modellare candele, la propoli impiegata in innumerevoli medicamenti.
Tanti doni spiegano come l’ape divenne, nei miti e nelle leggende, una creatura di sole e calore.
I babilonesi adottarono la stesso termine, “dabar”, per indicare sia l’ape che la parola divina.
I babilonesi adottarono la stesso termine, “dabar”, per indicare sia l’ape che la parola divina.
La storia delle api è strettamente connessa alla nostra.
L’osservazione delle abitudini dell’alveare contribuì a rendere le api emblema di virtù spirituali e politiche.
Per la loro laboriosità, obbedienza, coraggio, purezza, integrità molte casate nobiliari la rappresentavano nei loro stemmi araldici.
Per la loro laboriosità, obbedienza, coraggio, purezza, integrità molte casate nobiliari la rappresentavano nei loro stemmi araldici.
Aristotele fu il primo a studiare scientificamente questi insetti, notando come l’organizzazione sociale dei suoi membri, identici geneticamente a causa dell’alimentazione ricevuta, sviluppano comportamenti adatti a svolgere funzioni diverse. La regina, ritenuta inizialmente un re, forse per la sua taglia, è mantenuta esclusivamente con la pappa reale; è l’unica in grado di riprodurre e deposita in piena stagione fino a 2000 uova al giorno. I fuchi, maschi alimentati con miele e polline, hanno una forma tozza adatta a resistere al volo di fecondazione, dopo il quale sono cacciati o uccisi. La dieta delle operaie prevede pochi giorni di pappa reale poi miele e polline, la loro esistenza si svolge per lo più in casa tra pulizia e manutenzione dell’alveare e accudimento della prole e della regina, solo negli ultimi giorni escono a bottinare.
L’alveare è un mondo complesso, un super organismo composto da una rete circolare di individui dove ciascuno contribuisce a pari merito al benessere della comunità.
Quanto possiamo imparare da questi piccoli esserini che i loro prodotti si prendono cura anche di noi umani: il miele e la propoli sono un vero toccasana nel preservare la salute. Le medicine antiche lo sapevano molto bene, infatti veniva usato tale e quale o mescolato con piante o essenze . Il miele soprattutto aveva ed ha un posto d’onore: già negli antichi testi sacri indiani veniva decantato per le sue proprietà.
Nell’Ayurveda ad esempio in miele viene amalgamato con polveri o estratti vegetali per potenziare e armonizzare l’attività di quest’ultimi.
Nella tradizione cinese il miele è considerato un eccellente rimedio disintossicante con un importante ruolo di regolazione delle funzioni degli organi.
Dalla tradizione persiana e araba derivano invece i melliti, preparazioni ricavate macerando piante medicinali nel miele. Il più noto è il miele rosato, ottenuto dai petali di rosa e consigliato per lenire le irritazioni orali , in particolare della prima dentizione.
Nella tradizione cinese il miele è considerato un eccellente rimedio disintossicante con un importante ruolo di regolazione delle funzioni degli organi.
Dalla tradizione persiana e araba derivano invece i melliti, preparazioni ricavate macerando piante medicinali nel miele. Il più noto è il miele rosato, ottenuto dai petali di rosa e consigliato per lenire le irritazioni orali , in particolare della prima dentizione.
Perchè il miele?
Con l’umido e il freddo della stagione alle porte, avremo modo di apprezzare altri aspetti salutistici del miele che riguardano la sfera immunitaria: indagini scientifiche hanno dimostrato come il miele favorisca lo sviluppo di una equilibrata flora batterica nell’intestino, e sappiamo che il 70% del sistema immunitario si trova proprio lì.
Il miele inibisce i microrganismi potenzialmente aggressivi e stimola l accresciuta di quelli “amici” come lattobacilli e bifido batteri. Alcune ricerche hanno documentato le sue proprietà immuno-modulanti, efficaci per stimolare le difese dell’organismo e aumentare la resistenza nei confronti di numerosi virus ma anche per arginare e contenere situazioni infiammatorie.
Oltre a queste proprietà generali, ogni tipo di miele ha qualità intrinseche proprie che dipendono dalle piante visitate dalle api : il miele di castagno aiuta e protegge i vasi venosi , quello di tiglio favorisce il rilassamento.
Le brave operaie raccolgono resine dalle gemme e dalle cortecce di pioppi, abeti, olmi e betulle, la elaborano producendo così la propoli, una sostanza cristallina, anch’essa resinosa, di un colore bruno o ambrato.
Qualcuno la chiama colla d’api perché nell’alveare è utilizzato per irrobustire i favi, sigillare , piccole fessure, livellare asperità nelle pareti. Ma soprattutto è indispensabile per contrastare l’attacco di microbi e disinfettare il nido: ciò rende la propoli un irrinunciabile strumento di difesa per la comunità delle api, come d’altronde ricorda l’etimologia del nome: Pro-Polis, davanti alla città.
Per l’uomo è un antibiotico naturale , il cui uso è documentato fin dall’epoca egizia . Imbalsamatori e medici ne trasmisero la conoscenza al mondo greco, romano, arabo.
Per l’uomo è un antibiotico naturale , il cui uso è documentato fin dall’epoca egizia . Imbalsamatori e medici ne trasmisero la conoscenza al mondo greco, romano, arabo.
Sembra che perfino il liutaio Stradivari ne ricavasse una vernice per preservare da tarli e muffe i suoi strumenti musicali.
Furono i ricercatori dell’est Europeo a intraprendere a metà del secolo scorso studi scientifici sulle attività salutistiche della propoli evidenziando le sue proprietà antibatteriche, antimicotiche ed antivirali. Nel tempo si rilevarono anche qualità antinfiammatorie, antiossidanti e ulteriori effetti secondari interessanti per la salute del nostro corpo.
Ad oggi la propoli è un valido aiuto per contrastare l’attacco di microrganismi , preservando le mucose del cavo orale , delle vie respiratorie, degli organi gastrointestinali e genito-urinari.
Quanto è importante dunque conoscere, rispettare e apprezzare il mondo delle api, per scoprire quanto siano fondamentali per il pianeta e il benessere dell’uomo.